Alcuni iscritti al SIAM ci hanno segnalato forte preoccupazione per le voci che si susseguono in un Ente ubicato nel sedime aeroportuale di Bari Palese, circa l’imminente obbligo dell’aggiornamento del modulo vaccinale di base che interesserà tutto il personale militare in forza al medesimo Reparto, incluso chi è impiegato in mansioni d’ufficio stanziali e chi è in procinto di lasciare il servizio attivo. Tale provvedimento sarebbe giustificato da una pianificazione di futuro impiego in particolari condizioni operative del personale.
Il paventato “obbligo” pare sia l’immediata conseguenza di una circolare del Comando Logistico del 28 dicembre 2020, avente ad oggetto “Emergenza epidemica Coronavirus Covid-19”, con la quale il medesimo Alto Comando è stato delegato alla programmazione e all’impiego delle risorse sanitarie A.M. nell’ambito dell’emergenza in atto, che si rivolge al personale (sanitario e non) esposto ad un rischio generico aggravato riferito al contesto nazionale.
Qualora tale segnalazione trovasse conferma e si procedesse ad una vaccinazione di massa, a nostro giudizio, si paleserebbe la violazione dell’art. 206-bis del D. Lgs 66/2010 (C.O.M.), che non lascia margine alcuno ad una vaccinazione indiscriminata che prescinda dall’effettivo impiego di ciascun militare in una particolare e individuata condizione operativa o di servizio.
Al riguardo, la fissazione di parametri puntuali nel citato Decreto per dichiarare la “indispensabilità” della profilassi, e cioè “il livello di rischio endemico nell’area delle operazioni, durata di impiego e profilo di impiego” mal si concilierebbe con la velata “minaccia” di provvedimenti disciplinari (contenuta nella suddetta circolare) nei confronti del personale che negasse il consenso alla profilassi in quanto non direttamente e concretamente interessato alle operazioni pianificate.
Chiediamo, pertanto, che l’eventuale previsione di una vaccinazione massiva risponda integralmente ai requisiti e alle condizioni imposte dalla norma primaria e del discendente Decreto del Ministro della Difesa del 18 maggio 2018. Non si comprenderebbe, di converso - anche in considerazione degli esiti del lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta su uranio impoverito e vaccini, che ha appurato la correlazione statisticamente significativa tra le malattie occorse ai militari, nel lungo periodo, e la profilassi vaccinale – il motivo per cui sottoporre inutilmente a rischi anch

